LA RISOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO, ALTERNATIVA AL LICENZIAMENTO

Lo studio legale fornisce consulenza ed assistenza, al datore di lavoro ed al lavoratore, nella risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Varie sono le circostanze per le quali si rende opportuno ricorrere alla risoluzione consensuale; ad esempio per ragioni economiche, nei processi di riorganizzazione o di ristrutturazione, esternalizzazione di parte dell’attività svolta in azienda oppure per situazioni soggettive, quali quella di porre fine ad un rapporto e alla controversia che possa nascere tra parte datoriale e lavoratore.

Se il datore di lavoro ritiene di non voler proseguire nel rapporto con il lavoratore la scelta della risoluzione consensuale, nel rispetto dei limiti e condizioni previste per legge, può portare benefici ad entrambe le parti in causa evitando i rischi di un giudizio post licenziamento, i rischi, i tempi ed i costi del procedimento, stabilendo un accordo “su misura” che soddisfi entrambe le parti.

Oltre alla liquidazione del Trattamento di Fine Rapporto e competenze dovute, le parti possono concordare, nell’ambito dell’accordo, il versamento da parte del datore di lavoro al lavoratore di una somma di denaro aggiuntiva, spesso denominata Incentivo all’esodo, o imputare la stessa alle varie concessioni e/o rinunce che l’accordo potrebbe prevedere, nel rispetto della normativa.

L’accordo, che assume la forma scritta, viene poi sancito innanzi alle Commissioni di conciliazione, all’Ispettorato Territoriale del lavoro o al Giudice.

L’accordo deve garantire che il lavoratore, parte debole del contratto, abbia esattamente compreso cosa accetta e a che cosa rinuncia. Ciò nell’interesse non solo del lavoratore ma anche del datore di lavoro che guadagna in termini di correttezza, credibilità e di stabilità dell’accordo.